Il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea ha presentato, lunedì 11 giugno presso l’Università di Torino, il XX Rapporto sul Profilo dei laureati e sulla Condizione occupazionale nell’ambito del Convegno “Mutamenti strutturali, laureati e posti di lavoro.
Dal XX Rapporto, riferito all’anno 2017, emerge un quadro del nostro Ateneo così sintetizzabile:
- la metà dei laureati “Tor Vergata” termina il proprio percorso in corso (44,6% per i triennali; 55,6% per i magistrali biennali);
- l’età media alla laurea è 26,3 anni;
- circa il 90% degli intervistati giudica soddisfacente la propria esperienza formativa a “Tor Vergata”;
- circa gli esiti sul mercato del lavoro dei laureati “Tor Vergata”, a un anno dal conseguimento del titolo risulta occupato il 73,2% dei laureati triennali “Tor Vergata” (contro la media nazionale del 71,1%). Si attesta al 79,9% per i laureati magistrali (superiore di 6 punti alla media nazionale), percentuale che per gli intervistati a cinque anni dal termine del percorso cresce fino al 90% (contro la media nazionale del 87,3%).
Approfondimento
Il Rapporto sul Profilo dei laureati ha coinvolto anche i 5.554 dell’Università di Roma “Tor Vergata”: 3.226 di primo livello, 1.753 magistrali biennali e 542 a ciclo unico. I restanti 21 sono laureati dei corsi pre-riforma.
La quota di laureati di cittadinanza estera complessivamente è pari al 4,8%, mentre il 20,8% dei laureati proviene da fuori regione. L’analisi sul background formativo ci restituisce una preminenza di studenti in possesso di un diploma liceale pari al 70,5%; possiede il diploma tecnico il 15 %, mentre è residuale la quota dei laureati con diploma professionale.
L’età media per il conseguimento della laurea è di 26,3 anni, sostanzialmente in linea con la media nazionale (26,0). Il 46,9% dei nostri laureati termina l’università in corso e il voto medio di laurea (103,9) è al di sopra di quello nazionale (102,7).
Il 43,3% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studio, mentre il 10,3% ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea, Erasmus in primo luogo. Il 68,7% dei laureati (ben oltre la media nazionale di 65,65) ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari.
L’85,2% dei laureati a “Tor Vergata” è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’80,9% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, il 71,1% dei laureati considera le aule adeguate. Più in generale, l’87,4% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso, tanto che il 69,3% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre l’8,8% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.
Il Rapporto sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 9.667 laureati dell’Università di Roma Tor Vergata. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati triennali e magistrali biennali usciti nel 2016 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati magistrali biennali usciti nel 2012 e intervistati dopo cinque anni.
Di 3161 laureati triennali nel 2016 il 54,6% ha deciso di proseguire il percorso formativo, iscrivendosi a un corso di secondo livello e a distanza di un anno il 53,7% risulta ancora iscritto. Il 44, 2%, invece, non si è mai iscritto a un corso di laurea. Isolando questi ultimi, a un anno dal conseguimento del titolo il tasso di occupazione è del 73,2%, mentre quello di disoccupazione è pari al 17,1%.
Tra gli occupati, il 20,4% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 19,1% ha invece cambiato lavoro; il 60,3% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 16,4% degli occupati può contare su un lavoro dipendente a tempo indeterminato, mentre il 34,4% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto dipendente a tempo determinato). Il 27,6% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 35,8% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.117 euro mensili netti. Il 72,6% degli occupati che considerano il titolo efficace per il lavoro che svolgono e in particolare il 61,1% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.
Per quanto riguarda i laureati magistrali biennali del 2016, i contattati dopo un anno dal titolo sono 1.925, quelli del 2012 contattati a cinque anni sono 1.616.
Tra i laureati magistrali biennali del 2016 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari al 79,9% mentre il tasso di disoccupazione è pari al 13,4%. Il 30,1% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 19,3% ha invece cambiato lavoro; il 50,5% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 25,8% degli occupati può contare su un contratto dipendente a tempo indeterminato mentre il 29,1% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto dipendente a tempo determinato). L’8,6% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 21,9% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.201 euro mensili netti. Il 45,6% degli occupati ritiene la laurea conseguita efficace per il lavoro che sta svolgendo; inoltre, il 36,3% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi.
Il tasso di occupazione dei laureati magistrali biennali del 2012, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari al 90,0%. Il tasso di disoccupazione è pari al 5,9%. Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 60,0%, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 17,0%. Svolge un lavoro autonomo il 14,5%. Il lavoro part-time coinvolge il 12,8% degli occupati. Le retribuzioni arrivano in media a 1.532 euro mensili netti. Il 53,0% degli occupati ritiene la laurea conseguita efficace per il lavoro che sta svolgendo; il 42,2% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università. Il 70,0% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 26,9% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (2,4%). L’ambito dei servizi assorbe il 79,8%, mentre l’industria accoglie il 17,9% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.